28 novembre 2010

Trasloco...

il blog si è spostato su: www.salvatoreviola.it

04 febbraio 2010

Avatar



- Allora, cosa ne pensi?

Sono appena uscito dalla sala. Ho visto Avatar. Sono frastornato, compiaciuto, sazio. Ho fatto una scorpacciata di effetti speciali. Ho trascorso tre ore in un mondo che non c'è e ringrazio il cinema per la capacità di rapirti e farti vedere con i tuoi occhi anche cose che non esistono.
Fuori c'è una calca di gente che cerca di entrare per lo spettacolo successivo.
Io sono stato fortunato. Ho assistito a una proiezione privata. Mi avvicino al bancone del bar e noto due ragazzi travestiti da intelletualicoltisuperespertidicinemachenesannopiùditutti. Sono appena usciti anche loro. Uno è magrolino, capelli corvini cortissimi, occhialini alla Camillo Benso, giacchettina nera, borsa di cuoio che arriva alle ginocchia, jeans aderente con stivaletti neri lucidi. L'altro ha i capelli chiari, lunghi e unti. Indossa un maglione smollato e porta uno zainetto con scritte giapponesi.
È uno di quelli che escono di casa una volta al mese per riempire il carrello di surgelati e trascorrono gli altri 29 giorni a strafarsi di manga, Rpg e tanto, tanto social network.

- Ti dirò.... - Risponde il magrolino – mi aspettavo di più.

- Vero! - Conferma il geek – Tutto scontato. Un'americanata senza sentimento.

- Cameron, mi ha proprio deluso – fa eco lo smilzo. Parla come se il regista lui lo conoscesse di persona. Magari si sono visti la sera prima per succhiarsi due gamberetti alla griglia.

- Citazioni ovunque. La trama presa pari pari da Miakazzi Togutsura. Il design del mondo lo ha inventato 10 anni fa Totsuko Motsuky, per non parlare poi di alcune atmosfere alla Tipolosky...

- Certo, certo. E perché il personaggio di lei? Non è Mitsubishy della saga delle Princess of Cozz?

- Esatto! Ma ti dirò... hai visto i veicoli?

- Ho my God, i veicoli!

- Non dirmi che non hai notato le stesse forme di Toyotatsy Mastykatsy.

- Identiche!

- Io ci ho trovato anche una certa approssimazione nella logica della gestualità indigena...

- Sì, è vero. È la prima cosa che ho notato.

- Ovviamente la fisica riveduta e corretta ha reso più fruibile un discorso che altrimenti sarebbe apparso incongruo e inevitabilmente sopra le righe...

Non ce la faccio. Mi avvio verso l'uscita. Devo dire che mi sarebbe piaciuto sentire un parere. Lo ammetto, ho fatto finta di sistemarmi il giaccone per ascoltare quello che dicevano quei due tipi. Devo però ammettere pure che in quel ragionamento che hanno fatto non ci ho capito un benedetto trancio di legno (nel senso di una mazza). Se questi personaggi sono qui, è perché qualcuno li ha invitati, penso. È perché forse scrivono per una testata o per un blog, o chessò sono amici della portinaia. Non lo so, ma in ogni caso, dovrebbero per lo meno essere appassionati di qualcosa alla quale hanno appena dedicato tre ore della propria vita.
Quando vai al cinema devi goderti lo spettacolo. A caldo esci dalla sala con uno stato d'animo: noia, stanchezza, tristezza e chi più ne ha più ne metta.
È questo quello che conta.

Non puoi stare lì a cogliere solo i rimandi per fare bella figura con gli intelletualoidi della tua cerchia che la vedono allo stesso modo. Non puoi rovinarti la vita così. Non puoi perderti l'arrosto perché cerchi di individuare le spezie.

Eppure c'è gente che si martella le biglie della vita cercando infiniti rimandi e citazioni. Lo fanno nella musica, nella pittura, nel cinema e il più delle volte è gente che non ha mai suonato, dipinto o recitato.

Che dire, io di Miakazzi Togutsura e Toyotatsy Mastykatsy non ne sapevo niente. Forse vivo in un altro mondo. Forse sono semplicemente più ignorante. Tutto qui. Non lo so proprio.

È vero, la storia forse era scontata e i personaggi stereotipati, ma io non ero andato a vedere la corazzata potemkin e 'sto Avatar mi ha divertito un casino.

In fondo, a pensarci bene, io ero andato solo per quello...

08 gennaio 2010

Una gita alle Poste


Anche questa volta mi sono ridotto all'ultimo momento.
Ho una raccomandata importante che devo spedire entro domani e solo oggi decido di andare in Posta. Però in questi giorni di festa uno se la prende comoda e ci sta pure.
Bene, compilo la ricevuta di ritorno che un parente previdente mi ha gentilmente offerto e mi dirigo all'ufficio postale.
Dimenticavo, mi trovo in provincia di Bari, in un comune che, mi dicono, supera i 30mila abitanti e ha un solo ufficio postale.
Sono le 10. Comincio a vedere gente che fuma nervosa già all'uscita. A spintoni riesco ad entrare nell'edificio e mi accorgo che bisogna fare la fila anche solo per prendere il biglietto col numerino. Ci saranno 200 persone. Arrivo alla macchinetta con fatica ma noto che manca il bottone per le raccomandate e i pacchi. Chiedo a qualcuno come funziona.

- No, un numero vale l'altro – dice la signora con la carrozzina.
- Anche per le raccomandate?
- Delle raccomandate non so niente – risponde un vecchio col berretto marrone.

Il fatto è che la macchinetta infernale ha solo due tasti: Bancoposta e Prodotti Postali. Bancoposta so cosa vuol dire ma che cazzo significa Prodotti Postali? Qui tutto è un prodotto postale.
Non ho voglia di aspettare inutilmente così mi faccio avanti e chiedo ancora come funzionano le raccomandate da queste parti. Sperimento che è difficilissimo parlare con un gomito tra le gengive. Davanti ad ogni sportello c'è qualcuno che litiga. Pazzesco, litigano proprio tutti!

- Le raccomandate si spediscono dall'altra parte – mi dice un signore
- Come dall'altra parte?
- Esci fuori, c'è un altro ingresso di fronte. Sulla porta non c'è scritto niente, ma dentro si fanno le raccomandate.

Ringrazio commosso. Ci metto dieci minuti esatti per fare cinque metri e uscire dalla calca. Trovo la porticina e spingo. Come per miracolo appare un altro ufficietto con due sportelli e una macchinetta con un solo tasto: Pacchi e lettere. Schiaccio. Prendo il numero: ho solo dieci persone davanti. Bene. È andata meglio del previsto. Mi metto buono e aspetto.

Una signora con la pelliccia e un profumo di rose marce entra e va diretta a uno sportello che si è appena liberato.
- Devo mandare una lettera veloce, faccio subito...
- Signora ci sarebbe da prendere il numero – Un uomo sulla cinquantina cerca di argomentare, ma la cornacchia si è già fiondata allo sportello ed ha messo una busta in mano all'impiegato.

Intanto, untipo con un grembiule unto entra agitato nell'ufficio:

- Di chi è la punto blu in mezzo alla strada davanti al fruttivendolo?
- É mia! - Risponde un muratore sulla trentina che occupa il secondo sportello.
- Sta bloccando il traffico! Ci sono tutte le macchine ferme!
- Uffa, quante storie! Mando il pacco e la sposto!
- Stanno arrivando i vigili!
- Vabbene la sposto subito!

Esce fuori e torna dopo dieci minuti. Intanto lo sportello rimane fermo perché l'operatore, in attesa di registrare il pagamento, è andato a fumarsi una sigaretta.
Mi rendo conto che di questo passo non ce la farò mai. Scene simili si susseguono senza tregua.
10 stronzi col numerino e trenta che entrano e passano avanti senza il minimo ritegno. Ma finalmente arriva il mio turno.

- Dovrei spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno...
- Purtroppo abbiamo finito le cartoline...
- No, guardi ce l'ho già compilata...
- Bene, bene, se no dovevi ritornare un'altra volta...
- Che culo!
- Come?
- Dicevo che oggi la sorte mi è oltremodo benevola...

Consegno la busta e le altre scartoffie all'impiegato. Ma vedo che mentre digita il codice di avviamento postale diventa rosso e comincia a battere forte sui tasti.

- Non mi prende il zero!
- Scusi non capisco...
- Il zero, il zero! Quello prima dell'uno. Non me lo prende!
- Ma che vuol dire?
- Lo fa spesso! Ogni tanto la tastiera si blocca e il zero non scrive! Porca di quella (biiip)
- E cambi tastiera...
- Vabbene, senti mettiamo un Cap generico...
- Ma come un Cap generico? Io devo spedire un documento importante, ho il Cap giusto e dobbiamo mettere quello generico?
- Niente da fare, il generico ce n'ha addirittura tre! Porca maiala sconsolata!
- Ma insomma di che cosa sta parlando?
- I zeri, i zeri! Il generico è 80100 e ci sono tre zeri! Ma insomma mi capisci quando parlo!
- Senta a me non interessa, io voglio spedire questa raccomandata e se LO ZERO non funziona non mi interessa! Ci metta una o!
- Essì! È arrivato il sapientone! Secondo te io non ci avevo pensato! Qui prende solo i numeri, le lettere non ci scrivono!
- Lo faccia fare al suo collega allora!
- Macché a lui non va il l'otto!
- Ma insomma, si rende conto che sto aspettando da un quarto d'ora?
- Senti facciamo così! Io ci metto il l'otto e poi scancello a mano la lineetta, ma non si può lavorare in queste condizioni, non si può, io un giorno o l'altro mi porto la tastiera da casa...

Ha proprio ragione, non si può mi dico per strada mentre è quasi mezzogiorno. Intanto penso al zero, al l'otto e alla tastiera e mi viene da sorridere...

04 ottobre 2009

No comment


Driiiinnn!!!

- Pronto!
-Buongiorno, sono Salvatore della rivista State Sobri se Potete...
-Interessante...
-Grazie! Senta io sto cercando il dottor Cruschetti per un'intervista...
-Non c'è!
- Caspita! Senta se richiamo fra mezzora lo trovo?
- Se ha tempo da perdere...
- Come sarebbe a dire "se ha tempo da perdere"? Se mi dice che non lo trovo, non chiamo...
- Guardi che io non lo so mica cosa fa il dottor Cruschetti!
- Capisco, ma io le sto chiedendo solo quando posso trovarlo...
- Senta un po' caro signore, ma mi ha preso mica per la sua segretaria?
- La mia?
- No, quella di Cruschetti!
- A dire il vero non saprei, io ho fatto l'interno di Cruschetti e mi ha risposto lei...
- Sì, ma io l'ho fatto per cortesia. Passavo e ho risposto! Mica prevedo il futuro io!
- Beh, quand'è così...
- Insomma, uno risponde per essere gentile e qui ti scambiano per segretaria e ti dettano gli appuntamenti. Ma dico! Ma secondo lei, io sono una segretaria? Maleducato!
- Signora, guardi che io non intendevo minimamente...
- Senta, non dica niente che peggiora solo la situazione... Ma guarda un po' che pretese. Anzi, sa che le dico? Chiami pure quando le pare che io anche se passo, non rispondo più!

Click!

....

11 settembre 2009

Sempre di corsa


Driiinnnn!!!

- Pronto?
- Pronto Salvatore sei tu?
- Sì, sono io. Con chi ho il piacere di parlare?
- Ciao sono Caterina... Startup Commiunichescion...
- Ma ciao Caterina, da quanto tempo, come stai?
- Bene bene, grazie. E tu? Senti ti chiamavo per chiederti se vieni all'evento di questa sera. Non ho ancora ricevuto la tua conferma...
- Sì Caterina, è vero. Ma questo spiega esattamente come stanno le cose...
- Cioè?
- Cioè che non vengo... Guarda sono incasinatissimo...
- Dai Salvatore, non dirmi che sei in chiusura... me lo hai detto cinque giorni fa anche per la conferenza stampa sul fungo porcino ambrato dai riflessi giallini...
- Ma era vero. Credimi non riesco a muovermi, sono molto preso...
- No, no, ti capisco... anche noi ci stiamo ammazzando di lavoro, non abbiamo un attimo di respiro. Pensa che stamattina mentre chattavo su messenger con mia cugina che abita a Firenze, ha squillato il telefono, è arrivato un corriere e in quello stesso momento il mio responsabile mi ha chiesto di fotocopiargli 20 pagine!
- Perdindirindina!
- E come se non bastasse in quel preciso momento, comincia a squillarmi il cellulare!
- Ecco, vedo che comprendi...
- Sì, è vero. In questo periodo di crisi ormai lavoriamo tutti come dei matti. Poco fa ho fatto il test su facebook: "2.848 domande veloci per conoscere la tua personalità e prevedere il tuo futuro prossimo"
- Cavolo, una cosina rapida. E cosa ti è venuto fuori?
- Macchè non sono riuscita a finirlo! Il mio capo continuava a interrompermi ogni cinque minuti!
- Pazzesco, non c'è il minimo rispetto per il lavoratore!
- Proprio così Salvatore. Cercano di spremerti fino alla fine. Ma La stessa cosa accade un po' ovunque. Pensa che il test che ho fatto ieri: "82.000 domande rapide per capire se ami davvero il tuo lavoro" mi ha dato uno score di 5480! Ed è stato il punteggio più alto fra tutte le mie colleghe dell'agenzia! Poi ti mando il link... ho catturato la schermata...
- Notevole Caterina, ma cosa indica quel valore? Voglio dire... quindi tu ami il tuo lavoro?
- A dire il vero non l'ho capito. Ma il punteggio era alto...
- Beh, allora... Vabbene Caterina. Mi ha fatto piacere la tua telefonata, ma ora devo proprio lasciarti... ho una marea di cose da finire...
- Ok, ok. Quindi stasera non ci sei proprio? Guarda che ci sarà pure lo chef Gianmattia Salamella, e farà dei piatti solo per gli ospiti...
- Cavolo, quanto mi dispiace. Ma non posso proprio! Tu però, mi raccomando, mandami il comunicato...
- Puoi scommetterci! Vabbene allora, continuo a seminare zucchine su farmville... che vita...
- Una vitaccia Caterina...
- Davvero...
- Clic...

25 agosto 2009

Rientri


Le due ragazze dell'Oltrepò hanno ancora la spiaggia attaccata alla pelle. Salgono in treno con i loro sandali, perline e vestiti chiari che mettono in risalto l'abbronzatura.

Non hanno ancora deciso di aprire gli occhi per vedere quello che le circonda e per questo tengono sul naso degli osceni occhialoni da sole che fanno a pugni col grigiore del cielo.

Sono le 6:45 di mattina del 24 agosto. Il primo lunedi di lavoro dopo le ferie.

– Stavamo in spiaggia fino all'una – racconta quella con i capelli lunghi e ricci – poi andavamo a mangiare qualcosa all'aperto, dopo riposino e di nuovo a mare...

– Io ho conosciuto uno. Un cameriere di Napoli che era la copia sputata di Raoul Bova...

Il treno continua la sua corsa (ma sulla linea Milano-Pavia “corsa” è una parola grossa. Passeggiatina panoramica direi piuttosto).

A quest'ora fa ancora freschetto e, come da manuale, sul treno hanno acceso l'aria condizionata al massimo.
La tipa con i capelli biondi e lisci si mette sulle spalle un giacchettino di jeans.
Lo stesso che il suo cameriere preferito le appoggiava sul collo delicatamente la sera, in riva al mare, sussurrando paroline che un diabetico ci sarebbe rimasto stecchito.

– Però che vita che facciamo – dice la riccia. - Non mi sembra vero che adesso arriva l'inverno la pioggia, la neve, il freddo e dovremo aspettare un anno prima di poter respirare ancora un po' di aria di mare...

– Sarebbe bello mollare tutto e andarsene – dice la liscia. - Sveglia, treno, ritardo, lavoro ogni santo giorno...

– Permettete signorine? - Dice un signore anziano con i baffi e un cappello bianco che sembra un coltivatore di tabacco dell'Avana e in silenzio ha ascoltato tutta la conversazione.

Le ragazze si guardano come due dive che sono state interrotte sul set proprio nel bel mezzo della scena madre. Guardano il signore anziano con aria di sufficienza e fanno un cenno della testa come per dirgli: “Dai, su', spara...

– Sapete cosa ci vuole per godersi la vita e dare un taglio alla monotonia, signorine? Lo sapete?

– Cosa? - Rispondono all'unisono le ragazze?

– Coglioni, signorine! Coglioni e nient'altro!

Mi accorgo in questo momento che lo scompartimento è pieno di gente abbronzata, vestita d'estate che improvvisamente abbassa lo sguardo e comincia a guardarsi i piedi scuri di sole.

A pensarci bene anche io sono ancora piuttosto abbronzato.

Ma durerà poco.

Presto cambieremo di nuovo pelle e saremo tutti perfettamente intonati ai neon pallidi degli uffici...

28 luglio 2009

L'asino e il maiale


Qualcuno ha apprezzato il racconto del mulo e del contadino e allora, come si dice, mulo che vince non si cambia. Sì, qualcosa del genere. Insomma, ci riprovo.
Questa l'ho raccontata qualche tempo fa a una persona con la quale lavoravo e che prima di andare via. Di solito intorno alle quattro. Veniva a salutarmi ridacchiando del fatto che io mi fermassi in ufficio fino a tardi e lui, invece, che aveva un ruolo ben diverso dal mio, se ne andava tranquillamente a casa a spaparanzarsi sul divano...

Beh, un giorno gli raccontai la storia dell'asino e del maiale.

- Che brutta faccia! - Disse il maiale all'asino che era appena rientrato nella stalla dopo un'altra giornata durissima. - Cosa hai fatto oggi?
- Oggi abbiamo trasportato la legna che servirà per questo inverno – rispose il somaro.
- Cavolo! Interessante! - Ridacchiò il maiale rotolandosi distrattamente nel fango della stalla affianco. - Io invece, oggi ho dormito tutto il giorno e mi hanno servito pure tre pasti!
- Io mangerò la mia solita razione di fieno e poi schiaccerò un pisolino. – Rispose il somarello tenendo gli occhi bassi.
- Perbacco, che bella vita che fai! Hai lavorato come come un mulo (non è una battuta. Il maiale disse proprio così) e mangi anche una sola volta al giorno!
- Beh, in fondo mi basta. - Rispose il ciuco.
- Che tristezza che mi fai compare asino! Ti spezzano la schiena, di danno da mangiare un piffero e tu sei pure contento!
- Non ho detto che sono contento. Ma sono grato e convivo serenamente con il fatto di essere nato asino...
- Io invece sono felicissimo di essere nato maiale. - Rispose grugnendo il suino. - Nessuno controlla quello che faccio, non ho rotture di scatole, il padrone viene ogni tanto a grattarmi la testa e mangio pure come un porco!
- È vero, compare maiale – rispose timidamente il somarello, alzando appena lo sguardo – però c'è una cosa che tu non hai considerato...
- E cosa sarebbe questa cosa? - Sbottò incuriosito il porcello.
- Una cosa semplice – rispose l'asino. - Solo un piccolo particolare...
- Sono tutt'orecchi compare somaro. Dimmi tutto...
- Vedi amico mio... E' vero che io mangio poco e mi spacco pure la schiena. Però... tu non sei quello dell'anno scorso...